lunedì 14 novembre 2005

Volevo solo dormirle addossoPuò sembrare che il tormentone delle belle creature del film sul fatto che non ci sono più uomini, ma soltanto "muerti" sia ininfluente, ma a me non pare affatto. Mi viene piuttosto in mente Se questo è un uomo, terribilmente in minore, ma subdolamente peggio, con una disperazione sottile e pervasiva, straniante. Un film sui rapporti di lavoro: certo; un flim sui rapporti umani: per forza, in una società dove vita e lavoro si confondono talmente spesso da costringere a riposizionamenti del pensiero per accorgersi che non sono affatto la stessa cosa; un film sul fallimento di una cultura: come sopra, se il lavoro è un'arena in cui puoi anche vincere suicidandoti, che ti strappa la possibilità di godere di una vita tua, perché l'azienda vuole il tuo tempo sempre. Il Pressi, con un'assordante assenza di nomi propri se non nella versione illuminante di "Marcio", non è un uomo, è una vittima, un automa, un idiota, un illuso... Qualunque cosa ma non un uomo. Il problema è che, quanto a vacuità e a mancanza di umanità, anche le donne non scherzano, tanto che in ultima analisi non c'è, per tutto il film, niente di buono, niente che valga la pena. A parte una battuta dell'aguzzina franco-cinese che fotografa un fututo possibile ma molto lontano del nostro povero paese (anche se il tema del film è assai transnazionale): "Voi italiani non siete fatti per la concorrenza, voi non volete sconfiggere l'avversario: voi volete solo mettervi d'accordo!"

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