sabato 13 maggio 2006

E così Amsterdam è venuta a Roma e mi dà lo spunto per cominciareLa ragazza dall'orecchino di perla - Vermeer a parlare dei viaggi in Olanda e delle varie cose ivi viste e vissute. Si tratta in primis di un innamoramento che dura. Come scrivevo nel mio diario di viaggio (Moleskin di prammatica ), ero andato in Olanda a cercare Rembrandt e Van Gogh e ho trovato Vermeer. Ed è stato un colpo di fulmine! Ancora oggi se ripenso alla Ragazza dall'orecchino di perla ho i brividi, ci passerei davanti a pane e acqua quindici giorni, come il buon Vincent avrebbe fatto con La sposa ebrea di Rembrandt. Immaginate quindi se potevo perdermi la breve trasferta de La lettera d'amore in terra romana, scambio con il Giuditta e Oloferne di Caravaggio, rivisto a fine aprile al Van Gogh Museum in una splendida mostra dedicata al nostro in confronto conLa lettera d'amore  - Vermeer Rembrandt... Che dire, un delirio di pittura Consiglio a tutti una visita alla risorta Galleria nazionale d'Arte Antica a palazzo Barberini, che conta nella collezione stabile El Greco, Raffaello, Caravaggio e altri maestri perturbanti e appunto, tanto per non perdere l'abitudine, che nonostante Benjamin per me la vera opera d'arte resta irriproducibile. Se qualcuno riuscirà a confrontare l'originale con questa pallida copia non potrà che arrendersi all'evidenza: credo fermamente, con Simmel e Gadamer, che parte dello spirito dell'artista entri nell'opera e le doni un fulgore, un esserci, del tutto unico ed inimitabile.
Tutto questo però non dice nulla della recente vacanza nei Paesi bassi, se non l'accenno all'inevitabile momento di cultura (costatoci tra l'altro ore di fila ). Tanto per restare in campo estetico, ho finalmente capito da dove Van Gogh abbia tratto l'idea di pennellare i Keukenhofpaesaggi di tinte impossibili. Non sono affatto impossibili: ero solo io che non le avevo mai viste, ignorante che non sono altro! E il parco di Keukenhof, da cui arrivano queste foto, è un posto incantevole, nonostante il tempo invernale e le orde di turisti con cui lo abbiamo condiviso. In effetti, il grigiore pervasivo spiega in larga parte l'amoreKeukenhof degli olandesi per fiori e alberi rigogliosi e colorati, non costretti in parchi turistici, ma che affollano ogni finestra, giardinetto e stanza: cosa facilmente constatabile, dato che non esistono tende alle finestre né privacy di cui valga la pena discutere

3 commenti:

  1. Vale la pena seguire questo mio IPPI pensiero che segue. Ciò che stupisce di tutti i pittori nordici, da Van Heyke in poi, è il fatto che la luce "bagni" il dipinto e non semplicemente la colpisca. Certo la tecnica ad olio usata supera in questo l'affresco nostrano, ma niente si deve e si può togliere alla diffusione della luce in tutti gli autori da lei citato. L'unico ad aver fatto in modo diverso un buon uso della luce quale elemento principale in italia è il buon Caravaggio, ma a differenza di quanto dice anche Longhi, è mia modesta opinione che il Caravaggio avesse, nell'uso della luce, in mente l'ancora da venire "bullseye" del palcoscenico...


    parliamone.


    Ippi

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  2. Che la luce fiamminga sia molto più luce di altre luci, credo sia indubitabile. Bagna il quadro e ne irradia, come la tela stessa o il soggetto ne fossero impregnati o la tavolozza di certi autori, Vermeer in testa, avesse uno spazio a parte. Probabile che molto abbia a che fare con la tecnica, ma a volerla privilegiare si diventa un po' barbari, come dice bene Baricco oggi su Repubblica :o). E si perde per strada il demone...

    Per quel che riguarda l'occhio di bue, credo piuttosto che siamo noi ad averne dato un'oggettivazione tecnologica, mentre i nostri antenati ne avevano una visione simbolica molto più profonda e incantevole, nell'antico senso forte del termine.

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  3. non ho avuto la fortuna di andare in Olanda, ma ho letto il libro e visto il film "la ragazza dall'orecchino di perla". Il libro mi ha decisamente colpito ma l'immagine di copertina mi ha attratto al punto da tale da non riuscire a staccare gli occhi dall'immagine. Provo un po' di invidia per lei che è riuscito a vere il quadro "dal vivo". Rita L. 3° EPID

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