domenica 7 maggio 2006

The AssassinationUna vicenda marginale dell'epoca Watergate con strane caratteristiche di ripetitività rispetto all'oggi, americano e non solo. Una nullità di nome Sam Bicke decide di redimere la sua esistenza uccidendo Richard Nixon, scelto come emblema di un'America che lui non condivide, non tollera: un'America di gente che costruisce il suo successo - economico, of course, "è sempre questione di soldi!" - sulla menzogna e l'inganno. E Nixon è il venditore perfetto, "il migliore di tutti, l’uomo che ha venduto per due volte agli americani la stessa frottola, la fine della guerra nel Vietnam". Uccidere un simbolo, ribellarsi, vendicarsi. E come poi, schiantandosi sulla Casa Bianca con un aereo dirottato. Non credo sfugga al lettore avvertito come la storia sia quasi noiosa nelle sue ripetizioni, in salsa yankee o casalinga poco importa. Uno Sean Penn strepitoso, il cui viso riflette l'annichilimento progressivo della coscienza, il caos che avanza. Ci sarebbe anche la bella Naomi Watts, costretta dal sistema, secondo l'ex-marito Bicke, a indossare un'uniforme da cameriera che lede la sua dignità e tuttavia le sta d'incanto, ma la si ricorda a stento, nonostante tutto Il film è lui! Un film militante, prodotto da Leonardo Di Caprio, al quale si può perfino cominciare a pensare di perdonare il Titanic

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