giovedì 24 agosto 2006

Dogtown And Z-BoysChissà... A essere nati un pugno d'anni prima e dall'altra parte del mondo, forse non saprei un accidenti di sociologia, ma avrei milioni di dollari e sarei una star dello skate Boh, i famosi scherzi del destino, dei quali mi ha appena messo a parte un paio di pellicole di cui avevo sentito parlare, ma che non mi erano ancora capitate a tiro. La seconda, in cui siamo inciampati oggi pomeriggio al ritorno dall'odissea del recupero di Teo, il gatto infranto (che ora dorme come un ghiro in un quartierino appositamente arredato per proteggerlo da se stesso), è quella qui accanto, la migliore delle due. Un bel docufilm sul momento di grazia che ha portato alla genesi dello skate moderno, girato da uno dei suoi protagonisti ora anche regista di talento, Stacey Peralta. Grande montaggio e splendidi materiali, in particolare le foto che hannoLords Of Dogtown creato e descritto l'epopea degli Z-Boys sulle pagine di Skateboarder. In special modo, freschi dell'altra pellicola - di nuovo qui accanto - impressiona la somiglianza del cast della fiction con i veri protagonisti, una di quelle cose in cui gli americani sono assolutamente imbattibili. Si tratta di una storia liberamente tratta dal documentario, che restituisce l'atmosfera del periodo e disegna un ritratto desolante dell'ambiente nel quale i giovani fenomeni si sono trovati catapultati dalla loro bravura: uomini con occhialoni, macchinone, catenone, puttanone e via discorrendo, di quelli che cascano a faccia avanti in una fiamminga di coca, seminano biglietti da 100 dollari camminando e mi riempiono di una tristezza abissale. A volte anche pena. C'è però da dire, in omaggio ai 16 milioni di grigi, che anche da un giro del genere riescono a saltar fuori i famosi fiori di cui parlava De André, tipo il nostro regista oppure Jay Adams, uno che dei soldi non ha mai sentito il fascino, nonostante tutto. Tra l'altro presenze interessanti nel cast: Rebecca de Mornay, segnata ma sempre bella, e un'altra interpretazione notevole di Heath Ledger, qualche anno dopo A Knightìs Tale, assolutamente imperdibile, e pochi mesi prima di Brokeback Mountain, del quale viceversa si può fare tranquillamente a meno.

3 commenti:

  1. l'apertura del post si presta ad una marea di battutaccie alla livernese... ma per reverenza allievo-docente abbozzerò... ma mi lasci dire che non sarebbe mai stato una star dello skate ahahahaha

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  2. Prenda " Point Break " della K. Bigelow e si dia al surf, ce la vedo moooolto meglio, come star.

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  3. Non vorrei darvi un dolore, ma da piccolo sullo skate ci andavo e pure bene *grin* Due perlomeno sono vittima di miopi pregiudizi sul ruolo docente, che la foto qui sotto potrebbe rimuovere una volta per tutte :o)))

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