domenica 11 marzo 2007

Little Miss SunshineClassico film on the road dove la differenza la fa la miscela degli sventurati che si trovano in viaggio insieme. Tutto sommato - e a rischio di essere ripetitivo - la definirei una versione contemporanea di Bildung, non foss'altro che per la presenza in filigrana dei baffi di Nietzsche e della Ricerca di Proust, il cui studioso statunitense più eminente capita essere uno dei protagonisti. Da una situazione borderline una famiglia sull'orlo della disgregazione si ritrova unita e quasi felice per colpa di un concorso di bellezza per bimbe. L'anima del nonno defunto strada facendo - un Alan Arkin notevole, ma il cui Oscar mi sembra a dire il vero un tantino eccessivo - continua ad ammiccare e a farsi beffe del mondo attraverso la performance della nipotina sul palco di Piccola miss California che, sebbene forse oscena in senso tecnico, è senz'altro la meno oscena di tutte le altre proposte nel concorso: almeno la piccola Olive continua ad essere una bambina e non una Barbie ammiccante e sconcia, immagine perfetta del disastro interiore che sembra essere la sola cosa che la nostra cultura riesce a indurre nella maggioranza dei suoi membri. La parabola delle sue pretese è perfettamente incarnata nel papà della bella cicciottella, autore perdente di un sistema in nove passi per essere vincente, la cui evoluzione (in parte forzosa ) è molto ben resa da Greg Kinnear, faccia nota anche se non so perché.

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