lunedì 26 marzo 2007

Che un'artista contemporanea possa piazzare la sua Alfa Veloce del 1975 nei sotterranei di palazzo Farnese, coi fari accesi in faccia a chi scende le scale, e dire che è un'opera d'arte rientra fra quelle cose che mi vanno giù a stento, come anche gli impreziosimenti verbali di chi vuole trovare un senso alto in un cubo di plexiglass con dentro una scritta al neon. Ottima occasione, comunque, per visitare il palazzo in questione, sede dell'ambasciata di Francia ed ex proprietà di una delle famiglie più nobili della capitale e per vedere alcune altre installazioni decisamente più valide - anche se il termine "arte" continua a sembrarmi una parolona. Per chi volesse saperne qualcosa di più sugli autori, rimando al sito di Luce di Pietra, il percorso artistico che rivisita i luoghi francesi di Roma nella creatività dei contemporanei (fino al 15 aprile): 100.000 lampadine ad allagare la sala del Cippo, coll'antico segno delle piene del Tevere, con minuscoli automi fatti di luce e pietra a trarne riflessi ipnotici; un faro portatile della Prima Guerra Mondiale, intento a segnalare chissà quali lidi ad antichi rostri che adornavano un tempo sarcofaghi, in una suggestiva atmosfera alla Myst, questo forse veramente poesia in forma di oggetti. E una cellula da contraerea a scovare corvi trafitti da frecce nel bel cortile rinascimentale. Serata interessante, col sospetto che l'arte, purtroppo, abbia migrato verso chissà quali lidi...
Luce di Pietra

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