sabato 5 maggio 2007

Walk  the LineRicordo un bootleg del 1970, dei Doors, Rock Is Dead. Quando lo scoprii, in uno di quei negozi dove si andava ai tempi a rovistare in mezzo a mucchi di LP, mi sentii un brivido per la schiena: come, lo stavo appena scoprendo e uno dei suoi più grandi interpreti mi sputava in faccia che era già morto anni prima, quando ero troppo piccolo per capirne qualcosa? Eppure, eppure... Lì per lì non gli credetti e ancora oggi ho difficoltà a dargli retta, di tanto in tanto qualcosa ancora brilla. Poi però vedo film come questo, come Great Balls of Fire, ripenso a certe foto di Elvis, di Jim Morrison, di Jimi Hendrix, a qualcosa nei loro occhi e il dubbio mi si riaffaccia alla mente. Non so se esistano ancora le condizioni perché una tale energia disperata si liberi in qualcuno più sensibile, più attento, più debole. Non vorrei che mi si fraintendesse, non che oggi la vita sia migliore o si soffra di meno: è che la pressione sistemica, la forza del senso comune, di ciò che si deve fare, la forza dei padri, è infinitamente minore. E il nulla genera molto meno attrito di uno scoglio inflessibile e arcigno come il padre di Johnny Cash, o come quei poliziotti inamidati così orgogliosi di trascinare rockstar da strapazzo in carcere, per atti osceni o possesso di stupefacenti o qualunque altra scusa potesse essere loro utile. Oggi la pressione è più diffusa - di nuovo non vorrei qualcuno pensasse che mi vedo in giro per il bengodi - più insidiosa, meno creativa. Insomma, non mi pare più tempo di andar giù in a blaze of glory, come cantava anni fa Bon Jovi, tanto vale scaldarsi al calore di quelli che ancora - per fortuna nostra più che loro, direi - bruciavano, bruciavano, bruciavano!
Johnny Cash

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