Perché si possa parlare di "caduta di stile", è necessario che uno stile preesista...
Il fatto che la Parmalat abbia continuato a funzionare nonostante l'assenza di Alì Baba Tanzi e i 40 ladroni suoi collaboratori dimostra chiaramente una cosa: la gran parte dei manager non solo non serve, ma è nociva e parassitaria.
Studiando psicologia del lavoro non posso che pensare che c'è un sacco di gente con lo stipendio di giada (soprattutto molti psicologi del lavoro, quasi tutti) che da un senso nuovo alle teorie marxiane del plusvalore.
RispondiEliminaIl buon vecchio Karl aveva visto lungo, non c'è che dire...
RispondiEliminaBè, lo stile assume il ruolo di una categoria euristica, è un concetto che non può essere inteso in senso definitorio. Il problema è quello dello statuto ontologico dello stile, o ancora, della relazione che si instaura tra lo stile e il mondo. Ed è lo stile dello stare al mondo che dobbiamo scegliere, ed è una scelta che possiamo fare perchè è il mondo a offrircela come possibilità, come possibile direzione di senso. Dopodichè possiamo pure cadere... :-))
RispondiEliminaBy, Maria
Accidenti, mi riferivo a qualcosa di assai meno impegnativo della traduzione dell'essenza nella prassi, anche se - in effetti - l'abbondanza di modelli di comportamento prêt-à-porter e la cogenza sempre maggiore delle leggi dell'imitazione aprirebbero a belle traiettorie sull'esistenza diffusa di uno stile oggi o sulla copia acritica come stile... Bisognerà pensarci, su Ciottoli magari :)
RispondiEliminaPerchè su Ciottoli e non ovunque si possa? L'escusiva del giardino zen ce l'ha solo Ciottoli? :-)
RispondiEliminaScherzo... la mia prossima uscita sarà molto meno impegnativa. Promesso. (è che non mi piace il cinema... preferisco le pillole di saggezza, mi diverto di più:-).
Buon divertimento a tutti voi con la visione di films...by by Maria