domenica 6 luglio 2008

L'ultimo inquisitoreUn gran film! Trame e sottotrame, di senso come di narrazione, che si intrecciano in un racconto che copre gli anni più intensi dell'Occidente, a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Narrato con la finezza artistica dovuta al grande Goya - molte delle inquadrature sono ispirate a suoi quadri e tutte hanno un sapore pittorico, fantastico il casting - e l'occhio terso e disilluso del testimone, L'ultimo inquisitore ha un tono, una perfezione formale che non vedevo da tempo. Javier Bardem è eccellente, come anche Stellan Starsgård (Goya) e Natalie Portman, caso tragico di destino cinico e baro. La regia di Milos Forman è impeccabile, ma quello che mi rimane, al di là del film, sono alcune scene, potenti, che eccedono il racconto e si fanno intuizione: la folla plaudente per ogni re, a stento mossa dal patriottismo, è la folla astuta di Maffesoli, quella che osserva le teste rotolare e si diverte di tanto in tanto a sbeffeggiare qualcuno dei loro possessori quando cade in disgrazia, anche - e forse soprattutto - se era uno dei più acclamati; che supera i traumi peggiori perdendo qualcuno dei suoi componenti, ma poi si riscuote e torna alla sua quotidianità appena scalfita, a suo modo sicura. E l'esecuzione finale è un capolavoro, segna drasticamente la differenza dei tempi rispetto al nostro mondo asettico e terrorizzato: subito dopo che il cadavere è stato rimosso dalla garrota, coppie di giovani festanti salgono a danzare sul patibolo. Mancavano solo le note del Ballo in Fa diesis minore a far da colonna sonora e la strategia di omeopatizzazione della morte ci sarebbe stata tutta. La vita prosegue imperterrita, come la natura che reclama le rovine giovani e bambini reclamano i luoghi e i segni della fine. Il girotondo attorno al carro che porta via il cadavere, la filastrocca festosa su cui compaiono i titoli di coda è, forse al di là degli intenti, un inno alla futilità dei significati che diamo alle cose umane e alla gioia spensierata del gioco del mondo.
La caduta di frate Lorenzo

Nessun commento:

Posta un commento