sabato 5 luglio 2008

"Di che cosa si sia finora discusso in tribunale [nel processo Berlusconi-Mills] gli italiani del resto non lo sanno. Le tv non si sono fatte vedere. I giornalisti nemmeno, salvo qualche cronista inglese e alcuni stoici colleghi milanesi che, da marzo 2007, hanno seguito le udienze riuscendo però a pubblicare ben poco."

Peter Gomez, Leo Sisti, Berlusconi-Mills, il file segreto


Parliamo di come "secondo l'accusa, per 13 anni il il Cavaliere e i suoi uomini abbiano tentato di risolvere le loro grane giudiziarie distruggendo prove, pianificando versioni di comodo e versando milioni di sterline al loro avvocato londinese." Con tutta evidenza, però, non si tratta di un argomento di interesse, né per i giornali, né per i loro lettori, né per i cittadini in generale, quelli che dovrebbero avere a cuore la salute della res publica. Troppo spesso, ultimamente, libertà significa agio di scegliersi con cura il cappio migliore con cui impiccarsi. O, peggio, scelta suicida di non sentire, di non capire, di non sapere.
Confusion

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