domenica 13 gennaio 2013

L'atlante delle nuvole

L'avevo detto che oggi avrei battuto un colpo per il versante più "sofisticato" del cinema. E così è stato. Cloud Atlas è un bel rientro, in special modo in matinée alle 11 :) Tanto per cambiare, il mio essere un tantino inattuale non mi ha fatto prendere coscienza in anticipo del dibattito innescato dal film, di cui trovate qui un buon riepilogo. Così non mi sono posto - come sempre d'altronde - domande sul botteghino, la ricezione del pubblico e le doti più specificamente filmiche della cosa. L'ho guardato in modo il più possibile im-mediato e devo dire che mi è piaciuto assai. Anzi, devo dire che quando esco da incontri di questo genere mi sento meno solo :) A essere proprio sincero, mi sono anche un tantino commosso, perché trovare la materia su cui rifletto e scrivo da anni, che cerco di insegnare e proporre alla critica soggettiva più ampia, fatta film è piacevole, dà un po' il senso di un sentiero che vale la pena di percorrere. E' vero, ormai la frase "Tutto è connesso" è perfino inflazionata. Se ripenso a Jurassic Park o a Dirk Gently agenzia investigativa olistica del compianto e geniale Douglas Adams, vedo le prime prese di coscienza visionarie, ma la domanda è: questa inflazione è dovuta solo a una moda oppure segnala un movimento profondo dell'immaginario? Come dicevo ieri, la narrazione di questo tempo è sempre meno coerente col regime diurno della modernità, sempre più sensibile e attenta alla relazione. Credo che Simmel si sarebbe commosso anche lui vedendolo, perché la sua Wechselwirkung è oggi racconto più o meno condiviso, interferenza continua tra scienza, pensiero orientale, arte e perfino industria cinematografica. E Durand non avrebbe potuto non notare che qui siamo in pieno notturno, nella confusione delle linee temporali - uno dei tabù più consolidati della nostra cultura - dei generi narrativi e sessuali, della coerenza narrativa che si emancipa dalla linearità del Logos per tentare di dire altro. Una sensazione, un'intuizione ancora informe, ma che viene precisandosi passo passo. Questo ritengo sia importante, al di là delle difficoltà o meno della trama, delle fulminazioni più o meno felici - bellissima l'idea dell'Unanimità e il refrain dell'Ordine, in piena critica dello strutturalismo razionale. Imho film e libri di questo genere annunciano un altro futuro possibile, per la nostra cultura e per la Terra.

1 commento:

  1. Mentre guardavo la pellicola sono rimasto travolto dalla bellezza del racconto e dalla fotografia. Trovo il film di un livello troppo superiore alla media ( cinepanettoni e compagnia bella ) per essere compreso dalla massa; non a caso la critica l'ha quasi bastonato. Potrei fare un commento più tecnico e mirare alla bravura degli attori nei diversi ruoli.

    Dirò la verità: nella parte finale dell'interrogatorio a Somni, quando al termine del racconto all'ultima domanda risponde: "qualcuno già ci crede", l'espressione del nuovo uomo davanti a lei era la stessa che avevo io. Sembrava di rivedersi, quando si prova a spiegare qualcosa a qualcuno e si vede che dall'altra parte qualcosa è rimasto.

    Lo rivedrò sicuramente.

    Una nota particolare va alla colonna sonoram secondo me azzeccatissima, sembrava accarezzare lo scorrere del film come un amico che ti accompagna in un viaggio.

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