lunedì 19 febbraio 2007

Oggi è la giornata mondiale della lentezza. Pare che a Roma ci si dovrebbe trasformare in cacciatori di nuvole, per distrarre almeno una volta lo sguardo dalle quisquilie che di solito ci affliggono e ricordarsi il cielo. Siccome per fortuna me lo ricordo quasi sempre ed è il "quasi" che non mi piace, ho pensato di dedicare alla giornata un'esortazione un po' particolare, una storia Zen:

Gli studenti di Zen stanno coi loro maestri almeno dieci anni prima di presumere di poter insegnare a loro volta. Nan-in ricevette la visita di Tenno, che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato insegnante. Era un giorno piovoso, perciò Tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l'ombrello. Dopo averlo salutato, Nan-in disse: "Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell'anticamera. Vorrei sapere se hai messo l'ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli".
Tenno, sconcertato, non seppe rispondere subito. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante. Diventò allievo di Nan-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen di ogni istante.

N. Senzaki, P. Reps (a cura di), 101 storie Zen, Milano, Adelphi, 1973, pp. 48-49.

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