domenica 10 febbraio 2008

The Weather ManUn film sull'inverno, a stento lenito alla fine da un tocco di primavera, dalle luci e i colori di una sfilata newyorchese. Film lento, la storia di un uomo senza qualità grigio come l'inverno a Chicago con un rapporto fallito alle spalle, un legame difficile con un padre celebre (un ottimo Michael Caine), una scarsa autostima. Però bravo nel suo lavoro, leggere le previsioni meteo in TV. Talmente bravo che un network nazionale lo nota e gli propone un lavoro. Molti avvenimenti tentano di frapporsi e quasi non lo accetta. Ma poi, dopo la sola scena del film che non segni un qualche fallimento, decide di sì. Non è un happy ending tradizionale, è quello che lui chiama "realizzazione all'americana", qualcosa che prende in mancanza di meglio perché vive in un "mondo di merda" e non c'è altra scelta, ma non si fa illusioni. Ed è la forza del film, una storia americana del tutto priva di trionfalismi, vuota come spesso accade nella realtà, recitata da un Nicolas Cage perfettamente nella parte, che sa di essere sotto sotto un pagliaccio, cibo spazzatura come quello che i suoi detrattori gli tirano con comica e tragica regolarita per strada e che lui censisce con l'accuratezza di una lunga frequentazione. Credo sia uno dei gesti simbolici più forti che ho visto da tempo al cinema, questa lapidazione grottesca dove è detto tutto sulla way of life americana, senza furore, ma senza appello. Noto solo en passant, per non ripetermi troppo , che è anche e forse soprattutto un film sulle relazioni umane e sulla crescente incapacità di mantenerle in vita, proprio per questo vuoto interiore che consuma e spinge a cercare modi di ferire più che di carezzare, solo per riuscire a provare qualcosa, per avere la prova di essere vivi. E il messaggio conclusivo di speranza minimale ci sta tutto sommato bene, di nuovo senza squilli di tromba, per semplici motivi di sopravvivenza.

2 commenti:

  1. Ma dimme TE come tocca trovare TE :)


    hola hola ^_^

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  2. Hey, fate a modo che vi tengo d'occhio, voi due.

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