domenica 24 febbraio 2008

Sweeney ToddSi va a fasi, un po' come la luna. Passano mesi senza un film, persi per seriali, giochi di ruolo e libri notturni, poi per qualche strano ritmo esistenziale ti trovi a macinare pellicola come un tritatutto e se segui l'ispirazione vai anche a bersaglio con successo. Anche se il bersaglio è strano, ma tanto Sweeney Todd è l'ultima fatica di Tim Burton, il quale detto fra noi non sta bene. Egoisticamente è una fortuna, perché il suo evidente malessere lo porta a sublimazioni notevoli, come questa in cui si ritrova col suo attore preferito/feticcio Johnny Depp, strabiliante come al solito se non di più visto che canta pure, e la sua dolce signora Helena Bonham Carter che anche lei, visti i gusti in fatto di mariti, troppo bene non deve stare. Arricchiscono il cast Alan Rickman - al quale, dopo il successo con la serie Harry Potter, allegano sempre anche Timothy Spall - e Sacha Baron Cohen, che ha smesso i panni di Borat mica tanto e incarna un truffatore finto italiano memorabile. Bisogna aggiungere la fotografia di Dariusz Wolski e la scenografia di Dante Ferretti, perché creano molto più dello sfondo, sono l'atmosfera e il dispiegamento del dolore, della rabbia e della vendetta del malefico barbiere, come anche le arie in cui il suo tormento si fa musica. Già, perché come accennavo è un musical, sempre che un'etichetta riesca a esaurire la ricchezza immaginale di Burton, il quale o lo ami o lo odi ma non puoi dire che non sappia il fatto suo. E qui è tutto chiaro sin dall'inizio, dal ritorno a Londra di Sweeney in una nebbia spettrale e su note e versi che stabiliscono una misura e un tono che si dipaneranno inesorabilmente per il film, con appena una traccia di speranza implicita alla fine. Incredibile ma vero, ci sono perfino alcuni fotogrammi con un cielo normale, azzurro e con morbide nuvole bianche. Ma è un sogno...
Johnny Depp e Helena Bonham Carter in Sweeney Todd

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