giovedì 1 maggio 2008

The Hunting PartyChissà perché in questa stagione non si riesce mai a tirare un attimo il fiato Per quanto si cerchi di evitarlo, le cose si accavallano e sei sempre in ritardo. Come adesso, che il film l'ho visto lunedì sera e ne scrivo che è già venerdì. Pazienza, ce ne faremo una ragione immagino, ma cmq keppalle! Anyway, The Hunting Party mi ha lasciato un tantino interdetto. Mi è piaciuto e non posso che apprezzare la tigna con cui Richard Gere - che tra l'altro invecchia senza trucchi, chapeau - insiste a fare film su vicende a dir poco scomode che insistono ad avvenire nel mondo nonostante tanti proclami in senso contrario. Stavolta parliamo dei criminali contro l'umanità che ancora si aggirano più o meno indisturbati in quel dei Balcani: un improbabile terzetto, formato da lui, da Terrence Howard e da Jesse Eisenberg, cerca di catturare la Volpe, un carognone responsabile di eccidi, stupri e tutto il solito atroce corredo che la purezza porta con sé quando perde il senso della misura. Non dirò se ci riescano o meno. Il problema filmico è che l'inizio e la fine della pellicola hanno uno stile, il resto un altro; alcuni passaggi hanno un tono tragico, altri uno da commedia, altri addirittura scivolano nel surreale, come nei contatti con le forze delle Nazioni Unite - ma quella non è colpa del regista o degli sceneggiatori, è la realtà che supera effettivamente se stessa! Insomma, c'è qualcosa di spiazzante che non credo sia voluto e ti lascia una lieve vertigine un po' spiacevole. Nel complesso, però, l'impegno, la recitazione, la denuncia suppliscono più che abbondantemente a questi peccati veniali. Direi che si può vedere senza problemi, magari vergognandosi un po' della colossale ipocrisia che bene o male avalliamo tutti.

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