domenica 29 gennaio 2006

Me lo ricordo ancora, quei ricordi che ti si piantano in testa come chiodi e che ritrovi - neanche un po' arrugginiti - dopo anni ed anni. Stavo uscendo su Piazza Istria, quando la radio trasmise la notizia della morte di Borsellino. Mi si fece intorno un silenzio surreale, come Alla luce del solese per un attimo fossi scivolato in un interstizio immobile. Appena un'ombra di quello che deve aver provato don Puglisi ascoltando la stessa notizia alla televisione, quel pomeriggio. Dev'essere per questo che quella scena del film mi è piombata addosso come un macigno: per me era "solo" l'ennesimo segno della tragedia italiana, un'eco di situazioni conosciute di sponda, analizzate intellettualmente, niente di vissuto; eppure mi ha lasciato svuotato, impotente... Per lui era il primo rintocco, ma non ha abbassato la testa, forte della forza dei giusti. Preferisco pensare ai giovani cui ha fatto da esempio e alla pace che doveva avere nel cuore nonostante tutto piuttosto che guardare all'oggi osceno del nostro paese. Gran film, fatto di non detti e belle interpretazioni, quando poteva rischiare lo sdegno didattico o la denuncia urlata. Urlano già in troppi, la dignità muore in silenzio.

2 commenti:

  1. la dignità acquista potere se la infili nella canna di un M1A1 Abrhams.. o nel volcan di un apache.... e basta con gli eroi ( we don't nead another hero...)


    bellissimo film

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  2. non avovo voglia di loggarmi... GiaNluC

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