giovedì 25 agosto 2005

Sono piuttosto interdetto... Che non abbia un amore smisurato per la cinematografia italiana dovrebbe essere ormai noto, e questo film smentisce solo in parte i miei pregiudizi: convengo con MyMovies sul suo essere fin troppo "recitato", sul peso ormai noto della ricerca formale e dell'intellettualismo a tutti i costi (oh, non c'è praticamente nessuno che ride per quasi due ore ), eppure di nuovo solo in parte. Credo che tanto rigore di giudizio si applichi con frutto solo alla prima parte del film, giocata esclusivamente su Toni Servillo - peraltro splendido in una recitazione minimalista che altri avrebbero reso insopportabile - dove i momenti di teatralità artefatta in effetti pesano. Col dipanarsi della trama, una volta tanto solida e capace di reggere l'apparente assurdità della situazione senza grandi difficoltà, le cose però cambiano: lungi dal diventare un action movie il film trova un ritmo coinvolgente fino alla chiusa, amara e coerente. Per quel che riguarda lo stereotipo dei mafiosi, non vorrei che si dimenticasse che da qualche parte le sue caratteristiche le ha pure prese e che i visi abbondamente distribuiti dai media non sembrano contraddirlo granché. Non so, proprio. A pelle devo dire che, superato il primo scetticismo e l'auto-compiacimento iniziale del regista mi è piaciuto: movimenti di macchina notevoli, interni molto accurati e tempi azzeccati e lei, la causa involontaria della valanga, Olivia Magnani è veramente bella, un che di Modì e occhi memorabili. Attendo pareri

1 commento:

  1. Per quanto non ci sia nessuno che ride per due ore, il film si gioca sull'ironia (memorabile la scena del caveau!). Secondo me, per quanto grottesco, il sorriso accompagna la pellicola (almeno fino alle ultime note) ed è gratificante constatare come dall'ombra si generi luce. La mia deformazione mi porta poi a voler osannare l'uso sapiente e perfettamente azzeccato della colonna sonora. Il vuoto e la solitudine interiore, messi a servizio di un'Istituzione superiore per definizione, sono elegantemente accentuati da note laceranti e cupe. Mi si conceda (per par condicio) un femminile apprezzamento a quel gran bel pezzo di figliolo di Adriano Giannini che, seppur non a pieno, esalta una felice eredità:o)

    Comunque, se non si fosse capito, al di là di qualsiasi svisceramento, l'italiano lavoro m'è piaciuto assai;)

    Eleo.

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