martedì 9 agosto 2005




Certo, potrebbe essere oggetto di discussione: se andare in vacanza e scordarsi tutto quello che ci interessa durante la vita normale - lasciandosi andare all'avventura, come direbbe il sempiterno Simmel; oppure mantenere nonostante tutto un ancoraggio e provare a costruire un percorso che coniughi le varie cose che il tempo normale ci ha impedito di fare durante l'anno (o gli anni, se siamo particolarmente fortunati). Diciamo che l'idea di vacanza come avventura secondo me ha subito un colpo mortale dall'avvento dell'organizzazione consumistica del turismo e dall'avvelenamento del tempo libero da parte della stessa smania pianificatoria che affligge tutto il resto dell'anno - la stessa che fa sì che io sappia già le date dei miei appelli di febbraio 2006 ad esempio Se hai già visto e progettato la tua vacanza con mesi di anticipo, dovresti benedire qualsiasi incidente come una manna dal cielo, visto che è l'unica cosa che ti giunge inaspettata in un panorama altrimenti inevitabilmente non all'altezza delle aspettative...
Beh, comunque, a prescindere dalle varie forme di orticaria che una tale idea di turismo di norma mi procura, stavolta si è optato per una vacanza ibrida (toh che novità, si potrebbe dire ) che unisse le cime vere, quelle di roccia e cielo, oggetto di un prossimo post, alle cime della creazione umana. Caso vuole che il Trentino Alto Adige ben si presti a queste strane alchimie e quindi i primi due giorni della trascorsa - ahimé! - avventura vacanziera sono trascorsi in quel di Rovereto, sede del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea insieme a Trento. La creazione architettonica di Mario Botta, a dire il vero, rende meglio nella foto qui sopra che non dal vivo, ma in questo tempo virtuale perché stupirsene?
Le opere delle collezioni permanenti sono all'altezza della fama... sì, direi di sì anche se con un entusiasmo contenuto, mentre il fatto di essermi perso per un paio di mesi 
Il bello e le bestie. Metamorfosi, artifici e ibridi, dal mito all'immaginario scientifico mi ha parecchio stranito. Prescindendo, comunque, molto molto interessante il lavoro di Depero - cui appartiene il poster americano che allieta queste righe - e l'attenzione ad autori italiani minori che meritebbero molto più spazio e visibilità. Ad esempio Mario Mafai e il suo Vaso di fiori qui accanto (protagonista, a essere sincero, di una magnifica personale romana di cui sarà forse il caso di riparlare), oppure il fratello di De Chirico, nome
d'arte Alberto Savinio, col suo surrealismo di balocchi e spazi immensi. Densa di incognite e di dubbi la parte più moderna, in particolare i contemporanei della VAF Stiftung, della cui necessità artistica sto ancora cercando di convincermi...

1 commento:

  1. vacanza assurda e avventurosa fuori dal mondo e libera da ogni collegamento con il reale, vissuta ai limiti dell'incredibile... ecco... però rimane il problema che la vacanza finisce e si torna al mondo... condanna o salvezza?

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