giovedì 11 agosto 2005

Ai tempi della mia tesi - non sto facendo il vezzoso, la costruzione va bene così com'è - in Italia si leggeva un libro e spicci a testa all'anno. Di recente non ho controllato, ma a senso direi che le cose non possono che andar peggio, perlomeno a giudicare dal livello generale degli scambi e dalla brillantezza delle argomentazioni che ho la fortuna di ascoltare... E dovrei forse stupirmene, quando ogni estate che Dio manda in terra devo sentire il telegiornale nazionale - e non mi aspetto di meglio dalla concorrenza - che dice più o meno: "Durante l'anno ci sono ovviamente cose più serie da fare, ma d'estate è perfino lecito sprecare il proprio tempo con la lettura, se vi resta un momento tra l'animazione in spiaggia, la caccia al VIP e la preparazione della prossima stagione di Fantacalcio"? È allora che, grato, mi aspetto un'orda di decerebrati alle prese con Wittgenstein o con La montagna incantata di Mann o la famiglia Karamazov riecheggiata misericordiosamente (o cinicamente?) da Aldo, Giovanni e Giacomo in uno spot fresco fresco. E invece scopro con stupore che vanno fortissimi i libri degli amici di Zelig oppure Siamo fritti di Mario Giordano, o Angeli e demoni. Diversamente dal papa, sono riconoscente alle lacrime a J.J. Rowlands per essere riuscita, almeno lei, a far leggere i suoi Harry Potter a gente che altrimenti avrebbe potuto limitarsi per sempre alla Gazzetta e al sudoku.

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