venerdì 26 agosto 2005

Profitto del commento di Eleo qui sotto per ritornare su Le conseguenze dell'amore, e già il fatto che ci sia da dire più di quello che mi era rimasto in mente ieri notte è un buon segno. Immaginavo che la nostra ex-dark lady avrebbe apprezzato la disperazione in filigrana per tutta la pellicola, anche se in effetti l'ironia e l'efficacia delle battute spingono spesso a un (sor)riso amaro; la ringrazio in particolare per aver ricordato l'utilizzo della colonna sonora, veramente di rara efficacia e controcorrente rispetto alla cinematografia italiana impegnata, per la quale più di tre note a fotogramma fanno sputtanamento di cassetta Al contrario l'uso contrappuntistico di generi e volumi diversi accompagna il film in modo essenziale e merita un'attenzione particolare. Altra cosa che la notte (il sonno?) aveva offuscato è la menzione del bel commento in minore al lento crollo della routine del commercialista seguito all'apertura a Sofia: prima il rifiuto - in qualche misura crudele - di continuare a sottostare al patetico barare dell'ex-proprietario dell'albergo (a proposito, a vivere per otto anni in un albergo sarei impazzito più di sette anni e mezzo prima ), poi il "buco" fuori schema... Ce n'è a sufficienza per innescare una riflessione sull'importanza dell'abitudine, del rito direi, nell'economia esistenziale dell'uomo e il suo rapporto con la paura. Anche paura e interazione potrebbero fornire uno spunto valido, soprattutto riprendendo l'istruttivo cartoon di Bowling a Columbine e il clima che si sta consolidando in giro per il "mondo libero" a seguito della psicosi da attentato. Sì, decisamente un film interessante...

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