venerdì 26 agosto 2005

Quando il suo amico Kant gli disse che la scienza dell'astronomia era finalmente giunta a compimento, che gli astronomi conoscevano tutto ciò che era possibile conoscere, e che era una buona cosa che questa particolare scienza potesse ora essere accantonata, in quanto ormai completa, Hamann provò la voglia di distruggerla. Come se nell'universo non ci fossero più miracoli! Come se qualunque sforzo umano potesse mai essere considerato concluso, un capitolo chiuso, finito! La nozione stessa che gli uomini siano esseri finiti, che esistano discipline di cui si può sapere tutto, che ci siano porzioni della natura suscettibili di essere indagate in maniera esauriente, e questioni cui sia possibile dare risposte definitive: tutto questo appare a Hamann scandaloso, irreale e semplicemente stupido.

I. Berlin, Le radici del romanticismo, Milano, Adelphi, 2001, p. 88.

1 commento:

  1. Per un discorso come questo si rischia di essere vaporizzati....

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