venerdì 6 maggio 2005

Con raro tempismo ecco il frutto dell'ennesimo pomeriggio senza grande voglia di elaborazioni culturali autonome. Mai critica fu più puntuale nel definire per converso i due Kill Bill, peraltro visti con grande piacere, come roba da educande al confronto. Non è tanto la crudezza delle scene, delle situazioni e dell'atmosfera che regna in generale nel film a fare la terribile differenza, quanto il fatto che la vendetta non è di pertinenza esclusiva dell'eroe, come si è tentati di credere fidando nei nostri stereotipi cinematografici. Anzi, pian piano si scopre che l'eroe stesso è tale in ragione di una vendetta precedente, che si articola e dipana nei suoi confronti con perizia e ferocia tutte orientali, fino al colpo di scena finale per il quale propriamente non ci sono parole... E difatti l'eroe disfatto lo riconosce con un gesto altrettanto potente e simbolicamente inevadibile! Non mi stupisce che Tarantino abbia rimpianto di non esserne l'autore...

1 commento:

  1. E bisogna dire che il martello, con la sua forza concussiva, è un'arma improvvisata notevole. Non quanto certo l'inizio di "Irreversible" dove con un estintore si fanno cose notevoli...

    RispondiElimina